Pagine Zen 132

gennaio / aprile 2024
Anziano del clan Nabeshima. Rotolo verticale dipinto a inchiostro e colori su seta. Si distingue l’impugnatura della spada, alla quale si accompagna un ventaglio nella mano destra. Opera di scuola Tosa databile tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo
Sommario
  • 苗 Miao Costumi e gioielli dalla Cina del Sud
  • Hagakure Una nuova ideologia per i samurai di Edo
  • 正名 Zhèngmíng Rettifica dei nomi
  • Colori e design dal Giappone Un percorso tra arte, storia e letteratura
  • Daoyin L’antica arte cinese della salute e della longevità
  • Il tatuaggio punitivo in Cina e in Giappone
  • La lacca rossa intagliata al Museo d'Arte Orientale di Venezia. Dalla Cina al Giappone
  • Hwang Chini, Hŏ Nansŏrhŏn e Shin Saimdang Tre poliedriche artiste coreane del periodo Chosŏn
  • Shōbōgenzō Zuimonki Eihei Dōgen, Discorsi informali
  • "Onibaba" di Rossella Marangoni Il mostruoso femminile nell’immaginario giapponese
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苗 Miao

Testo a cura del Museo d'Arte Orientale di Venezia -
苗 Miao

In occasione della ricorrenza dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, il Museo d’Arte Orientale di Venezia dedica una mostra alle popolazioni miao della Cina. I miao e le altre minoranze etniche riconosciute dal governo cinese sin dai primi anni Cinquanta, mantengono con orgoglio la propria lingua, la propria cultura e la propria identità.

I miao esprimono al meglio le loro abilità artigiane nella realizzazione di tessuti e dei ricami, dove applicano tecniche antichissime come la calandratura, la tintura a riserva, la produzione del feltro di seta. Questo patrimonio, che non è solo materiale ma è costituito anche da saperi di un tempo remoto, si tramanda di generazione in generazione e riflette l’estetica e i valori di queste popolazioni.

Motivi decorativi come la farfalla, madre mitologica, il fantastico uccello che covò le uova da lei deposte, che diedero vita ai primi miao, il drago, creatura benevola, nelle sue diverse forme, raccontano il culto degli antenati e la ricca tradizione orale di miti, leggende e storie...

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Daoyin

Scritto da Fabio Smolari -
Daoyin

“L’arte del nutrimento vitale” (yangsheng zhi dao 養生之道) è l’insieme di tutte le pratiche, le tecniche e le conoscenze atte a promuovere una vita salutare e longeva, un tema al quale la cultura cinese ha dedicato sempre molta attenzione.

Già a partire dal V secolo a.C. il sogno di “vivere a lungo senza invecchiare” (chansheng bulao 長生不老) era un’aspirazione comune a molti aristocratici cinesi.

Tra i vari metodi individuati per perseguire lo scopo, l’esercizio fisico era in genere ritenuto di primaria importanza.

Fu in tale contesto che prese vita una disciplina ginnica tesa a migliorare la salute e prevenire le malattie dal nome di daoyin 導引 – da dao 導 “guidare” e yin 引 “tirare” – un termine che fu interpretato nelle epoche successive come: “guidare l’energia vitale per armonizzarla e tirare il corpo per ammorbidirlo”. Quale sia stata l’origine esatta della disciplina non è dato saperlo, ma già nel IV secolo a.C. era praticata...

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Pagine Zen 129

gennaio / aprile 2023
Torii Kiyohiro (attivo circa 1737–76), Cinque popolari attori nel ruolo dei Cinque Otokodate in "Ume Wakana Futaba Soga”, stampa da matrice di legno, 1755. Esempio di machiyakko.
Sommario
  • I kabukimono Ho vissuto troppo a lungo! Eccesso e provocazione nel Giappone del XVII secolo
  • Yóu yú yì 游於藝 Godere le arti
  • Suzuki Shōsan (1579 - 1655) Lo Zen e l’ideale del guerriero
  • Pregiate sonorità Gli strumenti musicali del teatro nō nella collezione del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • Nihon fūzokue Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. Le silografie policrome della collezione Coronini / Cronberg di Gorizia
  • La Corte coreana tra luce e oscurità La Principessa Hyegyǒng e le cronache del sangue versato (Hanjung-nok, 한중록)
  • Il pattinaggio artistico su ghiaccio in Cina Origine e evoluzione
  • Kyōto Butoh-kan Il primo teatro al mondo dedicato alla danza butō
  • Lo Shaolin Kung Fu La modernità (seconda e ultima parte)
  • Yōkai Le antiche stampe dei mostri giapponesi
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Lo Shaolin Kung Fu (seconda e ultima parte)

Scritto da Pietro Biasucci -
Lo Shaolin Kung Fu (seconda e ultima parte)

Nonostante i racconti dei monaci Shaolin su Bodhidharma siano avvolti da un alone di misticismo che trascende la realtà e non siano sempre confutati da documentazione, la venuta del patriarca incise notevolmente sulla storia del monastero. Tale fu la sua sfera di influenza come Guida spirituale che le generazioni dei monaci cominciarono a susseguirsi nella loro discendenza a partire proprio da lui. A tutti gli effetti Bodhidharma è considerato il capostipite dell’ordine Chan dei monaci Shaolin.

Oggi i monaci Shaolin ordinati, siano essi di natura religiosa o laica, appartengono alla trentaquattresima e trentacinquesima generazione a partire dal mistico Bodhidharma.

Dopo la venuta di Bodhidharma la fama dei monaci Shaolin crebbe fino a divenire leggendaria in tutta la Cina, come se il mistico avesse dato vita ad una scintilla che si tramutò in fiamma.

I monaci Shaolin divennero talmente celebri da essere considerati a fasi alterne nella storia risorse preziose al servizio delle dinastie imperiali o minacce da eliminare...

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Pagine Zen 128

settembre / dicembre 2022
Tsukioka Yoshitoshi, “Taira no Koremochi sconfigge la donna demone sul monte Togakushi”, 1887, xilografia su carta, dittico oban, Art Institut of Chicago. (Rielaborazione)
Sommario
  • Momijigari La prima pellicola della storia del cinema giapponese (1899)
  • Cerca, esplora a fondo.
  • Lo Shaolin Kung Fu La tradizione (prima parte)
  • L'influenza degli stilisti giapponesi d'avanguardia sulla moda italiana
  • Ming La dinastia dei letterati
  • Ikkyū Sōjun Lo zen della disobbedienza
  • Architettura moderna in Giappone Costruire il futuro
  • I motivi decorativi tessili giapponesi nella Cina repubblicana Verso la modernità
  • Hwarang I ragazzi fioriti di Silla
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Ming

Scritto da Isabella Doniselli Eramo -
Ming

Per molto tempo nell’immaginario collettivo occidentale “Ming” è stato sinonimo di Cina, o meglio, di Celeste Impero. E non senza ragione.

Fin dagli ultimi decenni del Cinquecento e per tutta la prima metà del Seicento, colti intellettuali, scienziati e missionari gesuiti come Matteo Ricci, Michele Ruggeri, Martino Martini, Prospero Intorcetta (per citare solo i primi italiani in ordine di tempo. In realtà l’elenco sarebbe molto lungo se si volessero correttamente citare anche i loro confratelli portoghesi e francesi e altri come Adam Schall e Ferdinand Verbiest) con i loro scritti, relazioni, traduzioni, hanno diffuso in Europa un’immagine della Cina realistica, accurata, adeguata ai tempi, che cambiava radicalmente le idee e le convinzioni diffuse fin dal XIII secolo (e ormai radicate a tutti i livelli) da quell’opera conosciutissima, ma sospesa a metà strada tra la relazione di viaggio e il libro delle meraviglie, che era ed è Il Milione di Marco Polo...

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I motivi decorativi giapponesi nella Cina repubblicana

Scritto da Giulia Cappello -
I motivi decorativi giapponesi nella Cina repubblicana

Attraverso lo studio della produzione artistica è possibile capire l’evoluzione di un paese e lo sviluppo del suo rapporto con l’estero.

Un esempio interessante è rappresentato dai motivi decorativi cinesi del periodo repubblicano che, a seguito di importanti sviluppi storici e politici, sono cambiati radicalmente non solo dal punto di vista estetico, ma anche a livello di significato. Per comprendere al meglio questo processo, occorre analizzare la transizione dal periodo imperiale Qing (1644-1912) al periodo repubblicano (1912-1949).

La Cina, a seguito della sua sconfitta nelle due guerre dell’oppio (1839-1842 e 1856-1860), dovette firmare una serie di trattati con i paesi occidentali per l’apertura dei porti commerciali sulla costa orientale e garantire a tali paesi uno status privilegiato. Per via della crisi che si era venuta a creare, i funzionari Qing attuarono una serie di...

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Lo Shaolin Kung Fu (prima parte)

Scritto da Pietro Biasucci -
Lo Shaolin Kung Fu (prima parte)
Il Kung Fu Shaolin è una perla luminosa della cultura cinese ed è anche una ricchezza per la forza e la salute del corpo, che la Cina dà come contributo al mondo.
Wang Zhi Qiang
Diciottesimo Arhat (Luohan) Shaolin
Settimo Duan delle arti marziali cinesi.

Questa citazione è estratta dalla lettera che Wang Zhi Qiang mi inviò nel 2015 in occasione della pubblicazione de “L’eredità dell’Arhat – alla fonte del Kung Fu Shaolin”, il libro che ho voluto scrivere e dedicare a lui, al maestro che cambiò la mia vita e che dopo avermi accettato nella sua scuola e preso sotto la sua ala protettrice, mi istruì personalmente nella disciplina del Kung Fu (功夫 Gōng Fū), l’arte marziale sviluppatasi nei secoli dalle esperienze dei monaci buddhisti Shaolin.

Il maestro Wang fondò l’accademia di arti marziali cinesi Song Yang Shaolin Wushu (嵩阳少林武术学院 Sōng Yáng Shàolín Wǔshù Xuéyuàn) negli anni '90, a poca distanza dal celebre monastero buddhista Shaolin, spinto dalla volontà di ...

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Pagine Zen 127

maggio / agosto 2022
Endo Genkan. Chanoyu hyōrin (vol. 2). Ed. Izumiya Yamaguchi Mohē, Kyoto 1697. Particolare.
Sommario
  • Chabana Il cuore dei fiori per la cerimonia del tè
  • Fenice 鳳
  • La poesia senza tempo di Li Quingzhao 李清照
  • Il chōken del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • L'illuminazione esiste solo nella dimensione dell'illusione
  • Alla moda di Edo L’abbigliamento maschile nel Giappone di periodo Tokugawa
  • I mostri del notturno giapponese
  • La sublime delicatezza della pittura coreana
  • Lo Shintō, la donna, la miko.
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La poesia senza tempo di Li Qingzhao 李清照 (1081-1149)

Scritto da Simona Gallo -
La poesia senza tempo di Li Qingzhao 李清照 (1081-1149)

Tra le voci femminili della tradizione lirica cinese spicca quella di Li Qingzhao 李清照 (1081-1149), considerata dalla critica una delle penne più raffinate della storia letteraria cinese, nonché la più talentuosa poetessa che l’impero abbia mai conosciuto. L’ammirazione nei suoi confronti, sorta quasi parallelamente alla sua creazione, si deve almeno a due fattori fondamentali. In prima istanza, a un formidabile talento letterario, testimoniato dal fatto che già all’epoca circolavano la sua raccolta di testi di poesia e prosa, dal titolo Li Yi’an ji李易安集 (Raccolta di scritti di Li Yi’an), assieme ad altre due antologie di testi poetici, lo Shuyu ci 漱玉词 (Canzoni di giada trasparente) e lo Yi’an ci 易安词 (Canzoni di Yi’an); ciò che si legge oggi di Li Qingzhao, tuttavia, non proviene da questi testi ormai perduti, bensì da antologie successive. In seconda istanza, la poetessa è stata nel tempo eletta a modello di virtù sociale, di sapore evidentemente classico, nell’erudizione, nell’eleganza estetica e di costumi.

Le origini di Li Qingzhao si collocano nella regione nord-orientale dello Shandong e nel periodo Song 宋 (907-1279) – e durante la transizione fra il dominio dei Song del Nord (Bei Song 北宋, 960-1127) e quello dei Song del Sud (Nan Song 南宋, 1227-1279) – caratterizzato da uno spirito di modernità e di splendore sociale e amministrativo, ma anche da una profonda riflessione sul rapporto con l’eredità culturale. Si tratta infatti di un’epoca che...

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Attraversando la letteratura Song

Scritto da Simona Gallo -
Attraversando la letteratura Song

Nella Cina nel X secolo, la perdita di unità politica provocata dallo sfaldamento del glorioso dominio Tang (618-907) dà origine a una fase di forte frammentazione e instabilità, durata tuttavia poco più di un cinquantennio. L’anno 960, infatti, determina simbolicamente la fine di un periodo di divisione e l’origine di una nuova epoca: i Song 宋. Secondo la storiografia ufficiale, all’instaurazione di questa dinastia – a opera di Zhao Kuangyin 赵匡胤, o imperatore Taizu 太祖 – è attribuita la restaurazione della solidità dell’impero, sebbene il regno da lui fondato, quello dei Song del Nord (Bei Song 北宋), ceda poi il posto al dominio dei Song del Sud (Nan Song 南宋, 1227-1279), di origine straniera.
È tuttavia innegabile il carattere di modernità che caratterizza i tre secoli della Cina dei Song in termini di prosperità economica, di innovazione tecnologica, di sofisticatezza amministrativa, nonché di splendore culturale. Sebbene si tratti...

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