Pagine Zen 131

settembre / dicembre 2023
Katsushika Hokusai, “Montagne su montagne”, da “Cento vedute del monte Fuji”, 1834.
Sommario
  • Giappone e montagne (seconda e ultima parte) Sacralità, inclusione e alterità
  • 關 (関) KAN, seki Sbarra di legno usata per chiudere la porta, barriera, limite, chiudere
  • Mostri femminili I tanti volti delle sirene giapponesi
  • Scuola Ohara L'ikebana tra antiche tradizioni e nuove prospettive
  • Ninja: il volto nascosto Dipanare la nebbia che avvolge i guerrieri ombra del Giappone
  • Bagliori dorati Lacche giapponesi del Museo d'Arte Orientale di Venezia
  • Cina La carta e i libri senza carta
  • Teatro coreano La suggestiva arte del P’ansori
  • Sotto l’ombrello a Tokyo Frammenti di vita giapponese
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Ninja: il volto nascosto

Scritto da Christian Russo -
Ninja: il volto nascosto

Da spie dell’antichità giapponese a icone pop mondiali: l'immagine degli Shinobi, maggiormente conosciuti oggi come Ninja, affascina e intriga… tuttavia, la realtà storica è offuscata dalle nebbie della finzione e dei miti.

In quest'articolo, ci addentreremo oltre la nebbia, esaminando alcuni degli elementi oggi disponibili per cercare di svelare i misteri degli enigmatici guerrieri ombra del Giappone.

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Lo Shaolin Kung Fu (seconda e ultima parte)

Scritto da Pietro Biasucci -
Lo Shaolin Kung Fu (seconda e ultima parte)

Nonostante i racconti dei monaci Shaolin su Bodhidharma siano avvolti da un alone di misticismo che trascende la realtà e non siano sempre confutati da documentazione, la venuta del patriarca incise notevolmente sulla storia del monastero. Tale fu la sua sfera di influenza come Guida spirituale che le generazioni dei monaci cominciarono a susseguirsi nella loro discendenza a partire proprio da lui. A tutti gli effetti Bodhidharma è considerato il capostipite dell’ordine Chan dei monaci Shaolin.

Oggi i monaci Shaolin ordinati, siano essi di natura religiosa o laica, appartengono alla trentaquattresima e trentacinquesima generazione a partire dal mistico Bodhidharma.

Dopo la venuta di Bodhidharma la fama dei monaci Shaolin crebbe fino a divenire leggendaria in tutta la Cina, come se il mistico avesse dato vita ad una scintilla che si tramutò in fiamma.

I monaci Shaolin divennero talmente celebri da essere considerati a fasi alterne nella storia risorse preziose al servizio delle dinastie imperiali o minacce da eliminare...

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Lo Shaolin Kung Fu (prima parte)

Scritto da Pietro Biasucci -
Lo Shaolin Kung Fu (prima parte)
Il Kung Fu Shaolin è una perla luminosa della cultura cinese ed è anche una ricchezza per la forza e la salute del corpo, che la Cina dà come contributo al mondo.
Wang Zhi Qiang
Diciottesimo Arhat (Luohan) Shaolin
Settimo Duan delle arti marziali cinesi.

Questa citazione è estratta dalla lettera che Wang Zhi Qiang mi inviò nel 2015 in occasione della pubblicazione de “L’eredità dell’Arhat – alla fonte del Kung Fu Shaolin”, il libro che ho voluto scrivere e dedicare a lui, al maestro che cambiò la mia vita e che dopo avermi accettato nella sua scuola e preso sotto la sua ala protettrice, mi istruì personalmente nella disciplina del Kung Fu (功夫 Gōng Fū), l’arte marziale sviluppatasi nei secoli dalle esperienze dei monaci buddhisti Shaolin.

Il maestro Wang fondò l’accademia di arti marziali cinesi Song Yang Shaolin Wushu (嵩阳少林武术学院 Sōng Yáng Shàolín Wǔshù Xuéyuàn) negli anni '90, a poca distanza dal celebre monastero buddhista Shaolin, spinto dalla volontà di ...

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Miyamoto Musashi

Scritto da Ornella Civardi -
Miyamoto Musashi

Il suo Libro dei cinque anelli è forse il più noto e celebrato trattato di spada di tutti i tempi. Quando lo scrisse, fra il 1643 e il 1645, per tramandare in tempo di pace una sapienza distillata in tempo di guerra, forse Miyamoto Musashi immaginava già che il suo libro avrebbe avuto lunga vita fra i praticanti di spada e di arti marziali.

Ma di sicuro non prevedeva che in capo a qualche secolo avrebbe allargato la schiera dei fruitori a categorie radicalmente estranee agli ambienti del combattimento – manager in cerca di strategie di successo e perfino new-agers ansiosi di accedere a nuove dimensioni dell’essere. Eppure, il guerriero di Harima era ben consapevole di insegnare una via che eccedeva la pratica delle armi: «Sebbene fin dall’antichità la tecnica del combattimento sia ritenuta una scienza pratica, non la si può ridurre all’esercizio della spada. Non basta l’esercizio della spada per dire di conoscere l’arte della spada».

Allora la domanda è: che cosa serve?

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Pagine Zen 126

gennaio / aprile 2022
Rielaborazione da: Yōshū (Hashimoto) Chikanobu (1838–1912), “Nihon shinnō onna sannomiya (La Terza Principessa e Kashiwagi, dal cap. 34 del Genji monogatari)”, xilografia formato trittico, particolare, 1890, MET New York, OA , pubblico dominio.
Sommario
  • Una raffinata eleganza L’abbigliamento maschile di corte nel Giappone di epoca Heian
  • Tansei Kimei 天晴地明 Se il cielo è sereno, la terra è illuminata
  • Miyamoto Musashi Il lato spirituale del combattimento
  • Meisho d'oltremare Vedute del Lago Occidentale
  • Attraversando la letteratura Song
  • T'al, T'allori e T'alch'um La dimensione ritualistica delle maschere coreane
  • Il gioco del Go La sua diffusione
  • Fantasmi e guerrieri Giustizia e vendetta nell’immaginario giapponese
  • Il Tè Dalla Cina: storia, leggenda, estetica (seconda e ultima parte)
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Pagine Zen 125

settembre / dicembre 2021
Utagawa Kunisada (Toyokuni III) “L' attore Iwai Kumesaburō III nel ruolo di Koshimoto Oyama”, parte sinistra di un dittico, 1853
Sommario
  • Il Giappone Asuka e Nara Quando l’estero divenne mainstream, influenze cinesi e coreane
  • 天地人轉(転) Ten-Chi-Jin-Ten (marobashi) - Cielo / terra / persona / adattarsi
  • Giappone: disegno e design Dai libri illustrati Meiji ai manifesti d'arte contemporanea
  • Il Tè Dalla Cina: storia, leggenda, estetica (prima parte)
  • Prezioso verde La collezione di giade del Museo d’Arte Orientale di Venezia
  • Corea Fondazione dalle Origini Celesti
  • I pirati dei mari orientali
  • Kusari-Dō Percorrendo la Via Guerriera della Catena
  • La Neve di Yuzawa Immagini dal Giappone
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Kusari-Dō

Scritto da Christian Russo -
Kusari-Dō

I lettori di Pagine Zen, appassionati cultori del Giappone e spesso delle tradizionali arti marziali Budō/Bujutsu, avranno probabilmente familiarità con alcune tra le più diffuse armi classiche nipponiche: la katana, il lungo arco yumi, le lame e stiletti da lancio noti come shuriken, o l’arma inastata corrispondente al nostro falcione, la naginata.

Oltrechè alle arti marziali, la “fama” di queste armi in Occidente è stata resa possibile grazie all’iconografia silografica, alla letteratura, alle esposizioni artistiche, ai manga, agli anime e alla cinematografia. Meno di frequente si sarà incontrata un’altra piccola arma “nascosta”, il kusari (*Anche nota come kusarifundō, manrikigusari, sodegusari, tamagusari, ecc.) – una corta catena appesantita alle estremità...

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Quando la vendetta è donna

Scritto da Rossella Marangoni -
Quando la vendetta è donna

In epoca Tokugawa (1603-1868), in una società in cui la vendetta era strettamente regolamentata, una vendetta condotta da una donna era considerata impropria perché non contemplata dalla legge né dai costumi. Tuttavia, nei rari casi di donne che vendicarono il padre o il marito, poiché, in assenza di un erede o parente maschio in grado di perseguire la vendetta, a una moglie o una figlia poteva essere concesso il permesso di intraprenderla, questi episodi venivano immediatamente ripresi dal teatro e dall’arte dell’ukiyo-e, trasformandone le protagoniste in vere e proprie eroine. Tale, ad esempio, è il caso della vendetta delle sorelle Miyagino e Shinobu, avvenuta nel castello di Shiroishi, (anche Shiraishi) nel feudo di Sendai, e adattata per il jōruri e per il kabuki in un dramma del 1780, Go Taiheiki Shiroishi banashi (La storia di Shiroishi e la Cronaca della Grande Pace).

L’episodio storico risale al 1636. Animate da pietà filiale, senso di lealtà e delle virtù guerriere introiettate anche dal popolo, le giovanissime sorelle (la maggiore, Miyagino, ha solo 13 anni) decidono di vendicare l’ingiusta morte del padre, Yomosaku...

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Pagine Zen 120

gennaio / aprile 2020
Utagawa Kuniyoshi - Kojo Miyagino 孝女宮城野 (Miyagino the Filial) / Kataka-uchi chuko den 仇撃忠孝傳 (Stories of Dutifulness and Loyalty in Revenge) - British Museum
Sommario
  • Quando la vendetta è donna L’esempio delle sorelle Miyagino e Shinobu
  • Calligrafia: kokoro / mente
  • Poesia e illuminazione La raccolta poetica del Maestro Dōgen
  • Mizuko kuyō nel Giappone contemporaneo (seconda parte)
  • Zen e spade
  • Il drago in Cina Storia straordinaria di un’icona
  • Gli eroi suikoden e il tatuaggio giapponese
  • Ima wa mukashi… Konjaku Monogatari-Shu: una raccolta di favole dall’India, dalla Cina e dal Giappone
  • Un mondo allo specchio Viaggio e fotografia nel Giappone dell’Ottocento
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Yumi: l'arco giapponese

Carlo Broggi -
Togo Shigemochi, Satsuma Heki ryu

Il tipo di arco di cui parleremo in questo articolo è quello tradizionale in bambù. Oggi esistono modelli di yumi realizzati in fibre sintetiche, fibra di vetro o carbonio, che consentono di limitare i costi di produzione, i tempi di realizzazione e di tenere basso il prezzo di vendita, rendendo questi archi accessibili a tutti. Proprio per queste caratteristiche, gli archi di fibra sono i più usati dai principianti e dagli studenti, che hanno bisogno di attrezzature durevoli, economiche e che richiedono poca manutenzione. L’arco in bambù invece richiede una buona esperienza non solo nel tiro, ma anche nella conoscenza dei materiali e dell’equipaggiamento. Ancora oggi, come in passato, sebbene esista una vasta produzione di yumi in bambù, realizzati da valenti yumishi (costruttori di archi), l’arciere esperto preferisce realizzare da sé il proprio arco, acquistando solitamente un fujibanashi, cioè un arco grezzo, incollato ma non ancora finito, per poi sagomarlo dandogli la forma e la potenza più adatta al suo livello tecnico.

La globalizzazione del mercato e la crescente richiesta ha purtroppo influito sulla...

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Aikidō è amore?

di Chiara Bottelli -
“Le origini dell’Aikidō” - Il libro di Chiara Bottelli

Nonostante tutte le botte che mi sia presa nella mia breve ma intensa attività aikidoistica, ho sempre pensato che qualche fondo di verità potesse esserci, nell’affermazione del mio maestro che mi spronava a continuare.

Non è tuttavia così semplice associare l’idea di amore, fratellanza e armonia universale a un’arte marziale, che per definizione esprime concetti totalmente opposti.

E’ stato così che alla fine dei miei studi di lingua e cultura giapponese, ho potuto approfondire questo aspetto nella tesi di laurea presso l’Università di Torino, avendo modo di ripercorrere le fasi della gestazione dell’aikidō e di esplorare il periodo storico, sociale e politico in cui questa ha avuto luogo.

Conosciamo bene la biografia del fondatore Ueshiba Morihei (植芝盛平, 1883-1969), ma che cosa succedeva in Giappone nel periodo della sua giovinezza, che cosa significa all’interno della cultura giapponese il rispetto per la natura, le pratiche sciamaniche, gli esercizi di purificazione, gli stati di allucinazione...

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